Cima, cime, cinema, mare, Meriche. Ma anche CIMAMERICHE,
Filmfestival della migrazione e del gusto. Cima che ci
appartiene dall’inizio dei tempi, come gente di montagna costretta al mare,
come naviganti all’ancora o verso lidi lontani, come donne capaci di
esaltare i sapori di una terra aspra e parca. Cima come piatto
nostrano. Poca spesa, molta resa. Storie di gente comune, migrante nella
speranza di una vita migliore. Amalgama, incontro, fusione di cibi e terre.
Un festival che nasce nel Levante ligure, crocevia sul mare, con
caratteristiche specifiche ambientali e socio/culturali. Un cinema come
momento artistico contemporaneo che diventi
mensa delle diversità.
E come la migrazione e il cibo, generoso patrimonio
di fruizione collettiva.
Lettera del direttore
Devoto e Stagnaro. Maestri
artigiani dell'andata e del ritorno |