Compagnia Senzateatro Maria Barbella "dal Braccio della morte alla vita"
Spettacolo teatraledi D. Di Prima- F. Evangelista- A. Nubile
con la regia di D.
Di Prima - A. Nubile
Interpretato da Francesco Evangelista
30 NOVEMBRE
- GIORNATA INTERNAZIONALE
CONTRO LA PENA DI MORTE
Lavagna
AUDITORIUM CAMPODONICO
Ore 21
Lo spettacolo ripercorre la vicenda di Maria Barbella, ragazza lucana, originaria
di Ferrandina, prima donna ad essere condannata alla sedia elettrica negli Stati
Uniti il 16 luglio del 1895, riconosciuta colpevole di omicidio, un omicidio passionale
che scatenò polemiche e dibattiti sulla stampa d’Oltreoceano di quel tempo. Sarebbe
stata la prima donna a sperimentare la pena capitale, in attesa della condanna fu
trasportata nel carcere maschile di Sing Sing. Un caso umano e politico, una storia
che appassionò le cronache dell’epoca, una sorta di moderno romanzo d’appendice,
che trasformò involontariamente Maria Barbella da misconosciuta emigrante a star
della carta stampata. La giovane non conosceva la lingua inglese, e tantomeno i
suoi traduttori, Il processo si trasformò in una sorta di teatro dell’assurdo, surreale
e immaginifico, un dialogo tra sordi.La giovane italiana, difesa da avvocati d’ufficio,
fu condannata alla sedia elettrica. Quel dramma non passò inosservato alla contessa
Cora Slocomb di Brazzà, una ricca ereditiera americana sposata con un nobile di
origine friulana. Sarà proprio questa grande donna a guidare la protesta, nel luglio
del 1895, che chiedendo la revisione del processo, mobilitò la stampa, le associazioni
e gruppi di intellettuali, soprattutto l’opinione pubblica americana sostenuta anche
da una rete di potenti amicizie. Ottenne la revisione del processo assicurando alla
giovane Maria un valido collegio di difesa e avvocati importanti. Cora Slocomb profuse
energie e intelligenza coinvolgendo in quella che ben presto divenne, la prima campagna
Americana contro la pena capitale. Alla fine la battaglia, almeno per Maria Barbella,
fu vinta. La povera, giovane donna della Basilicata, una dei 247.000 italiani che
sbarcarono in America nel 1892, fu libera e salva.
A distanza di anni la pronipote di Cora Slocomb, Idanna
Pucci, soccombe al fascino della giovane emigrata italiana, viaggia negli
Stati Uniti, fa ricerche, incontra gente, legge documenti e testi autografi, fa
interviste. Ne nasce un libro La signora di Sing
Sing. No alla pena di morte (edizioni Giunti), che ricostruisce la vicenda
umana, politica e giudiziaria di Maria Barbella.
A Gennaio 2009 la Compagnia Senzateatro di Ferrandina
inizia a scrivere un’ adattamento per il teatro il 10 LUGLIO 2009 A Ferrandina si
tiene un convegno con personalità di spicco Associazione CORE di Udine, Amnesty
International e Commissione Regionale Lucani all’estero l’11 luglio va in scena,
la compagnia fa 34 repliche dello spettacolo.
Idanna Pucci, scrittrice, giornalista, regista è vissuta tra Firenze
e New York, dove è stata collaboratrice dello zio, il noto stilista Emilio Pucci.
Ha pubblicato libri di successo quali The Epic of Life: A Balinese Journey of the
Soul, ormai un classico sulla cultura balinese, e The Trials of Maria Barbella,
biografia della bisnonna materna, una delle prime attiviste americane impegnate
contro la pena di morte. In seguito ha partecipato alla realizzazione
di una serie di documentari sui giochi storici della Toscana e ha lavorato per la
televisione e per il Washington Post. Le sue opere più recenti sono la raccolta
di racconti illustrata AgainstAllOdds: The Strange Destiny of a Balinese Prince
e il documentario L’Italiana della Patagonia, premiato al Festival Internationale
di Avignone. Nel 1971 è stata attrice nel film di Beni MontresorPilgrimage.
“Sono molto fiera
di essere toscana”-
ha dichiarato in un ‘importante dibattito sulla pena di morte tenutosi alla New
York University e ispirato al suo libro-“ La Toscana, infatti, è stata la prima regione
del mondo ad abolire la tortura e la pena di morte il 30 novembre del 1786 .L’ America,
in quel tempo considerava l’ Italia un paese arretrato. Eppure fu il granduca Pietro
Leopoldo di Toscana, appunto il 30 novembre 1786, il primo a dichiarare che l’ omicidio
legalizzato non era deterrente ala crimine e che doveva essere abolito per sempre.
Per alcuni anni dopo la giustizia fu esercitata in modo del tutto incruento e la
criminalità non aumentò affatto. Il ripristino della pena di morte fu un atto arbitrario
di Napoleone. E a Firenze, nel 1830, quando un colpevole fu portato alla forca,
le strade si fecero deserte: i cittadini erano andati tutti in chiesa, a pregare’’
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